Con pubblicità sociale si intende “quella forma di pubblicità che ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica su problematiche di carattere morale e civile riguardanti l’intera comunità”.
In Italia la pubblicità sociale è stata introdotta nel 1971 grazie a Pubblicità Progresso (nata sul modello dell’analoga organizzazione statunitense Advertising Council e diventata fondazione nel 2005), una fondazione no-profit che dedica il suo impegno ad argomenti morali, civili ed educativi riguardanti l’intera comunità attraverso la realizzazione di campagne pubblicitarie distribuite gratuitamente. I successi raggiunti dalle campagne dell’associazione fin dai suoi primi anni di vita hanno fatto sì che altri enti non governativi e imprese private ne seguissero l’esempio.
Oggi, un numero sempre maggiore di soggetti è arrivato a comprendere l’enorme potenziale di questo strumento democratico per il cambiamento sociale, per cui fare comunicazione sociale non è più solo un interesse delle istituzioni pubbliche, che la utilizzano per dialogare coi propri cittadini e per veicolare informazioni utili; e nemmeno solo delle organizzazioni no profit, che la utilizzano per farsi conoscere, per raccogliere fondi e sensibilizzare il pubblico su temi sociali rilevanti; ma è diventato un elemento molto interessante anche per le imprese profit oriented, che vedono nella comunicazione sociale un veicolo per valorizzare i propri prodotti, quando essi siano stati realizzati secondo criteri etici e di sostenibilità, oltre che per dimostrare il proprio impegno sociale nell’ambito della Responsabilità Sociale d’Impresa. Se la pubblicità commerciale lavora prevalentemente nell’ area dei desideri e dei sogni, adottando spesso l’arma della seduzione, la pubblicità sociale fa leva sulle idee e sui valori delle persone.
Per ottimizzare il messaggio pubblicitario è meglio utilizzare toni drammatici o rassicuranti? Sono più efficaci le campagne che propongono il problema o quelle che presentano i risultati ottenuti? Il linguaggio didattico, utile a far capire i problemi, è sufficiente a far comprendere le possibili soluzioni? Non esistono risposte univoche, l’importante è “portare a casa il risultato”, cioè riuscire ad informare, attirare l’attenzione della società e spingerla verso scelte di vita più etiche e corrette. È qui che entra in ballo la “creatività” dell’agenzia, l’idea creativa che può fare la differenza e mai come in questo caso vale il motto di Oscar Wilde “Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli.”
Anche STUDIOGENIUS ha voluto cimentarsi in questa particolare forma di comunicazione in un progetto “Studiogenius per il Sociale” e alcune associazioni hanno voluto gratificarci utilizzando i nostri messaggi.
Qui potete trovare l’intervista che abbiamo rilasciato al giornale SocialNews per il mensile dedicato alla violenza sulle donne http://www.socialnews.it/articoli-mensile.